Casa Dolce Casa: come la domotica sta aiutando le persone con disabilità a vivere in modo indipendente - Gruppo Polis

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Casa Dolce Casa: come la domotica sta aiutando le persone con disabilità a vivere in modo indipendente

“Casa Dolce Casa” è il progetto vincitore del bando di co progettazione indetto dall’Ulss 6 Euganea per avviare percorsi di vita indipendente per persone con disabilità intellettiva. Il progetto è stato scritto dalla nostra Cooperativa Sociale Il Portico in collaborazione con alcune famiglie di giovani con disabilità.
Lo scopo di Casa Dolce Casa è attivare gruppi appartamento dove i partecipanti (4 o 5 per nucleo abitativo) possano sperimentare la massima autonomia possibile. Per farlo è stata attivata una rete di supporto fatta da professionisti del pubblico e del privato sociale, familiari, condomini, volontari, associazioni del territorio. E dove non arrivano le persone, arriva la tecnologia ad assisterli: grazie a una collaborazione avviata con Informatici senza Frontiere e l’azienda di automazioni Nice4You, infatti, gli inquilini di Casa Dolce Casa vengono aiutati nella vita quotidiana da un sistema di sensori e domotica di facile utilizzo. Abbiamo chiesto a Stefano Michelon, responsabile del progetto Casa Dolce Casa, di presentarci le varie tecnologie e il loro scopo.
La tecnologia in Casa Dolce Casa

Ogni appartamento è dotato di Echo Show Amazon da 8 pollici per permettere agli inquilini di comunicare tra i due appartamenti. I dispositivi vengono utilizzati, inoltre, per calendarizzare appuntamenti personali, compilare la lista della spesa, impostare timer per controllare la cottura delle pietanze, fissare promemoria di gruppo sulle attività domestiche da svolgere.
Echo permette anche un utilizzo ludico: ascoltare musica, essere informati sulle condizioni meteo, ricevere informazioni generali in base alle proprie passioni, giocare insieme rispondendo a quiz, ecc.

La comunicazione
Grazie ad Echo abbiamo varie possibilità di comunicazione con gli inquilini della casa. Nello specifico utilizziamo:
Le videochiamate: usiamo questo sistema perché chi abita la casa sa che quando arriva una chiamata tramite Echo è una comunicazione importante da parte degli operatori, dai familiari o da uno degli altri coinquilini.
Gli annunci: possiamo inviare dal telefono tramite applicazione AMAZON ALEXA messaggi vocali che vengono riprodotti dal dispositivo (da remoto possiamo controllare anche il volume dell’audio). Questa modalitá di solito la utilizziamo per inviare pro memoria ai gruppi per ricordare appuntamenti importanti.
Drop in: questo sistema permette il contatto video diretto tra il telefono ed Echo. Dal telefono posso dare uno sguardo all’ingresso verificando che non ci siano possibili intrusi in casa se arriva una segnalazione dai sensori di movimento in orari in cui non dovrebbe esserci nessuno.
Le emergenze
Il tasto rosso è il tasto emergenza, è il tasto più importante della casa. Tutti sanno che va premuto solo in caso di estrema necessitá: quando viene premuto parte una notifica direttamente sul telefono dell’operatore, o del volontario e di tutte le persone collegate.
I sensori
La tecnologia più interessante all’interno del progetto resta quella sperimentata grazie alla collaborazione con Informatici Senza Frontiere. È stata creata una rete di sensori negli appartamenti per monitorare alcune situazioni critiche.
Abbiamo sensori sui frigoriferi: se dovesse capitare che qualcuno dimentica il frigo aperto, per esempio nel weekend, su Telegram arriva una segnalazione dopo un tempo “X”.
Alle finestre ci sono sensori che rilevano l’apertura-chiusura (il principio è quello del frigorifero) ma è stato aggiunto anche un sensore di temperatura: se gli inquilini escono e lasciano le finestre aperte arriva anche una segnalazione su Telegram che mi avvisa che la temperatura interna dell’appartamento è scesa sotto una temperatura di riferimento. Tutto è programmato su fasce orarie: noi sappiamo quando gli appartamenti sono abitati e quando no.
Di notte

Dalle 24 alle 7 di mattina, quindi per tutta la notte, dei sensori sulle porte percepiscono se esco dalla camera ed entro in bagno e accendo la luce. Se in un tempo x che è stato stabilito non succede il contrario (non esco dal bagno, non spengo la luce e non rientro in camera), arriva una segnalazione sul telefono dell’operatore: la persona potrebbe essere scivolata ed essersi fatta male, oppure potrebbe stare poco bene, o semplicemente essersi dimenticata la luce del bagno accesa.

C’è anche un sensore antiallagamento che viene posizionato per terra dietro la colonna del lavandino o ai piedi del piano doccia: il sensore percepisce quando viene bagnato e suona. Questo per evitare allagamento, ma anche semplicemente un po’ d’acqua che potrebbe far scivolare qualcuno.