Il percorso di accoglienza nelle case rifugio viene concordato con i servizi invianti territoriali (Servizi Sociali, Centro Antiviolenza…) e vengono individuati fin dall’ingresso del nucleo gli obiettivi e la durata della permanenza.
Le strutture possono accogliere fino a 10 persone: un numero di presenze che permette di costruire percorsi più strutturati e una qualità di vita centrata sulla dignità e la centralità delle persone.
Inizialmente, durante la fase di osservazione viene dato ampio spazio all’analisi dei bisogni della persona. I bisogni primari spesso fanno parte dell’obiettivo primario di inserimento dove offrire un servizio residenziale significa prima di tutto soddisfare la necessità di una casa in cui poter cominciare un nuovo percorso di vita. Indispensabile in un primo momento il lavoro sulla cura del sé e un supporto nel periodo di adattamento e orientamento rispetto al percorso. Successivamente si passa alla valutazione degli obiettivi e delle azioni da realizzare, tenendo conto dei bisogni delle donne e delle risorse personali disponibili. Vengono raccolti elementi inerenti le abilità della donna allo scopo di arrivare ad una realistica fotografia di competenze, potenzialità e limiti per portare avanti una progettualità adeguata e coerente alla persona. Insieme alla donna accolta si costruisce un progetto educativo individualizzato e si definiscono gli obiettivi con un’attenzione agli aspetti psicosociali del percorso. Se il piano di intervento, come nella maggior parte dei casi, è focalizzato sugli aspetti inerenti l’inserimento lavorativo della donna, si affianca la donna nel predisporre il curriculum e offrire strumenti per una ricerca lavoro attiva.