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Conosciamo Mariangela Parise, la nuova presidente di Polis Nova

Polis Nova nei suoi oltre 30 anni di attività è cresciuta, modificandosi e sviluppandosi nel contesto sociale senza mai perdere di vista il proprio scopo e i propri valori.
Nel 2018, dopo 15 anni di presidenza di Luigino Pittaro, il Consiglio di Amministrazione ha affidato la nuova presidenza a Mariangela Parise, dando un segnale importante di ricambio generazionale. Con questa intervista siamo andati a conoscere un po’ meglio Mariangela, il suo percorso da cooperatrice e come vorrebbe guidare per i prossimi anni Polis Nova.

 

D: Qual è stato il tuo percorso professionale e umano da quando sei entrata a far parte della cooperativa a quando ne sei diventata Presidente?

M: Sono arrivata a Gruppo Polis nel 2001, con il tirocinio del Master in “Gestione di Impresa Sociale” organizzato dall’ISSAN di Trento. Il tirocinio doveva essere articolato in due fasi, una formazione su un progetto di livello nazionale (presso il Consorzio Gino Mattarelli di Brescia) e l’altra a valenza locale che doveva svilupparsi sul territorio di Castelfranco Veneto ma che non riusciva a partire.
Fu a seguito di un colloquio con Don Giuseppe Maniero che decisi di fare il tirocinio a Padova. Mi parlò di Polis Novae dell’idea che si stava sviluppando, tra le cooperative nate dall’Associazione Fraternità e Servizio, di “un Gruppo Polis” così da creare sinergie, economie di scala, politiche condivise e molto altro. Mi sembrò una modalità organizzativa e un’idea strategica molto innovativae assolutamente in linea con la parte teorica che avevo studiato. In aggiunta veniva fatta sul territorio padovano, da una realtà che io conoscevo quindi, fatti i primi quattro mesi a Brescia, venni a terminare la formazione “territoriale” con gli ultimi due mesi di tirocinio proprio a Gruppo Polis!
Arrivata in Polis Nova ho lavorato ad un progetto sul controllo di gestione e ho gettato le basi per la collaborazione futura.
Successivamente al periodo di tirocinio ho lavorato con un ente di formazione , Irecoop Veneto, e con l’Ulss di Padova per la gestione di due progetti europei pur mantenendo una piccola collaborazione con Polis Nova Lavoro su area progetti e area qualità. Quando nel 2003 c’è stato “L’anno europeo per le persone con disabilità” la collaborazione con Polis Nova è diventata più consistente e nel 2004 sono stata assunta, lasciando da parte qualità e progetti, per occuparmi di finanza, controllo di gestione e personale. Mi sono infine specializzata in diritto del lavoro e sono diventata referente dell’Ufficio di Amministrazione personale per tutte le cooperative.
Nel tempo ho potuto continuare a formarmi sia sulle tematiche specifiche del mio lavoro sia su tematiche trasversali e sui principi della cooperazione.
Nel 2012 è stato organizzato a livello di gruppo cooperativo un percorso formativo per tutte le figure in posizioni trasversali (cioè che lavorano in servizi erogati per tutte le cooperative) e per lavoratori con un ruolo di responsabilità intermedio; questi incontri formativi si sono svolti per più di un anno ed è stato per me l’incipit che ha fatto maturare la voglia di crescita e responsabilizzazione personale.
Nel 2015 sono entrata a far parte del Consiglio di Amministrazione di Polis Nova e sono stata nominata Vice Presidente assieme a Marco Bortolato. Poi c’è stato il percorso alla SEC, Scuola di Economia Civile, in Toscana che mi ha dato un’alta formazione su elementi di management, di economia e finanza, di gestione delle risorse umane, tematiche che hanno costituito un buon bagaglio per affrontare l’esperienza da consigliere.
Ritengo che in tutti questi anni ho sempre cercato di dare il mio contributo, di ascoltare, di mettermi in gioco, sia a livello personale, sia come lavoratrice, come socia e come amministratrice tanto che verso la fine del triennio avevo espresso la disponibilità ad assumere l’incarico di presidenza.

D: Cosa significa per te essere presidente di cooperativa e come hai vissuto l’assunzione di questo incarico? Come ti sei sentita?

M: Per me non era per nulla scontato arrivare ad avere questa possibilità, perché nelle condizioni “di contesto” in cui siamo in questo momento storico un cambio di presidenza poteva preoccupare. Io stessa avevo un certo timore perché è una responsabilità importante rappresentare ed essere porta voce di una cooperativa che ha trent’anni di storia e in un periodo di prospettive così incerte. La cosa poi che non avevo assolutamente pensato, e che mi ha colpito, è stata tutta questa fiducia, tutto questo consenso: mi ha spiazzata e mi ha fatto molto piacere. Nel momento in cui sono stata scelta mi sono sentita felice e orgogliosa nonostante le mie paure precedenti.
Sento che devo ancora “vestirlo appieno” il ruolo di Presidente, credo ci vorrà tempo, pazienza, umiltà di chiedere, capacità di ascoltare, coraggio e determinazione; e un po’ di collaborazione, o meglio cooperazione, da soci e colleghi. Sento e credo che potrò dare un contributo e che è nelle “mie corde”…insomma un “bell’abito” da adattare e da portare con fierezza e consapevolezza. Assieme all’incarico di Presidente del Consiglio di Amministrazione sono stata nominata anche Datore di Lavoro per la Sicurezza. Essere datore di lavoro è una responsabilità molto forte che spero di riuscire a condividere con tutta l’organizzazione. Nei giorni successivi alla carica mi sono resa conto che guardavo la cooperativa in modo diverso, con attenzione ai particolari, ed è stato bello constatare come tutti sono ben organizzati, appassionati al proprio lavoro e con un buon senso di responsabilità. Questo rassicura, rende evidente come il lavoro fino ad oggi è stato fatto veramente bene e che insieme si può continuare su questa strada tracciata, ognuno con il proprio contributo e, per un triennio, con una nuova presidente.

D: Quali sono le 3 parole chiave che vorresti caratterizzassero la tua Presidenza?

M: corresponsabilità, rappresentanza e benessere. Le prime due vanno insieme perché mi piacerebbe che ci fosse uno stile partecipato, in cui riusciamo a sentirci corresponsabili ognuno del proprio pezzettino in un’ottica di bene comune, e rappresentativi di un gruppo ampio perché il nostro è un lavoro di squadra. Benessere perché credo sia fondamentale sentirsi pervasi di un tale senso per farsi portatori degli interessi individuali e collettivi, per collaborare nel territorio in un’ottica da offrire un servizio di qualità; perché si crea un’energia positiva se ci sentiamo in un luogo che fa stare bene. La cooperativa è sia il nostro ambiente di lavoro sia parte del nostro territorio, mi sembra dovuto investire tempo ed energie per renderla uno spazio in cui possiamo sentirci realizzati e di cui possiamo andare fieri.
Se siamo nel ben-essere, potremo “lasciare il segno” e “portare frutto” come persone e come cooperativa.